Il ROS è nudo - Come si fabbrica un'inchiesta giudiziaria
edizioni NN, ottobre 1997, pag. 40, 2.00 euro
Si tratta della riproduzione integrale di una "nota informativa di servizio" realizzata da alcuni carabinieri del Ros di Roma — spedita da un anonimo mittente ad una radio indipendente torinese nel luglio dell’anno passato, proprio nel periodo dello scandalo scoppiato sul Ros di Genova — che spiega le ragioni e le tecniche per costruire un procedimento giudiziario contro decine e decine di anarchici. Procedimento che è ancora in corso.
Le ragioni indicate sono: l’incapacità da parte degli inquirenti nel corso degli ultimi quindici anni di ottenere significativi successi in sede penale nei confronti di alcuni individui; e la pericolosità sociale delle idee da questi pubblicamente diffuse. Mentre le tecniche adottate per compiere questa lodevole opera ruoterebbero tutte attorno all’utilizzo di una ragazza, amica di uno degli inquisiti che i benemeriti hanno considerato facilmente addestrabile per recitare il ruolo della pentita. I suggerimenti del Ros indicati in questo documento, datato dicembre 1994, sono stati effettivamente raccolti l’anno seguente dal magistrato Antonio Marini, che rappresenta la pubblica accusa nel processo che si sta svolgendo a Roma contro gli anarchici. Presentato in aula, il documento — che dimostra come un’intera inchiesta sia stata preparata a tavolino dai carabinieri — ha causato non poco imbarazzo ad un pubblico ministero che ne ha immediatamente proibita la divulgazione. Contemporaneamente, la radio torinese che lo aveva ricevuto e reso pubblico è stata fatta oggetto delle attenzioni dei carabinieri dello stesso Ros, i quali l’hanno perquisita ben due volte sequestrandone alcune attrezzature e indagando tre redattori. Nei giorni successivi il cavo del trasmettitore della radio è stato tranciato da mani esperte e recentemente i tre redattori sono stati rinviati a giudizio per falso dalla magistratura romana.
Il documento che pubblichiamo è accompagnato da un’introduzione che ricorda in quale modo siano stati poi messi in pratica i consigli dei carabinieri, e da una postfazione che mette in luce come più volte nel passato siano stati proprio gli stessi servi del potere a parlare troppo e a denunciare apertamente le vergognose nudità del re, favorendo in tal modo, seppur involontariamente, i propri nemici ribelli.
"A te, lettore, che hai fatto lo sforzo di procurarti questa pubblicazione e di aprirne le pagine, cercheremo di appagare l'interesse e la curiosità. Ciò che stai per leggere molto probabilmente non ti lascerà per diverso tempo. Verrà a turbare i tuoi sonni, come ha già fatto con quelli di molte altre persone. Sappi che la magistratura romana ha proibito la divulgazione del "rapporto di servizio" qui pubblicato. I suoi autori - i carabinieri - lo hanno sconfessato. Ma la loro responsabilità è talmente evidente, e la rabbia per essere stati smascherati così forte, che hanno deciso di prendersela con chi ha avuto il coraggio di parlarne per primo. Il Re si è adirato col bambino che ne ha additato le vergognose nudità."
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