Parco Lambro 1976

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Parco Lambro 1976

Il Festival del proletariato giovanile a Parco Lambro arrivava dopo altri raduni /concerti simili cui avevo partecipato, come quello di Alpe del Vice Re, di Zerbo, eccetera.  

La passione per la musica non si era sopita nonostante il lungo periodo di militanza politica a base di riunioni, manifestazioni e scontri. Per uno come me, che si era nutrito di musica e concerti (i Rolling Stones, gli Who, i Cream, Jimi Hendrix, i Doors ma senza Morrison purtroppo, i Jethro Tull, i Canned Heat e tutti gli altri) dalla metà degli anni '60 ai primi anni '70, non pareva vero di ritrovarsi finalmente in zone liberate (così si pensava) dove poter stare insieme, ascoltare musica e farsi anche qualche canna... 

Parco Lambro doveva essere la risposta italiana a Woodstock. Risposta che non c'è stata, vuoi perché non avevamo musicisti alla loro altezza, vuoi perché i frequentatori delle due manifestazioni erano molto diversi. Woodstock raggruppava gli ultimi scampoli del movimento hippy e i pacifisti della guerra in Vietnam, in Parco Lambro invece s'incominciava a intravedere da una parte il passaggio dalla militanza politica alla lotta armata e, dall'altra, il disimpegno fra edonismo ed eroina. 

 

Parco Lambro 1976

 

In questo grande calderone di contraddizioni Andrea Valcarenghi, assieme ad altri, aveva deciso di fare questo Festival del proletariato giovanile. Io e alcuni miei amici eravamo andati per poter stare insieme, per sentirci partecipi di un evento che pensavamo importante. Chi veniva da “turista”, e molti ce ne sono stati che si sono intrufolati per i motivi più disparati, li “sgamavi” subito (come si diceva all'epoca) per come guardavano imbarazzati quelli che giravano nudi, per come erano vestiti o si muovevano, per gli sguardi curiosi, insomma denunciavano la propria estraneità. 

In quei giorni potevi notare gruppetti di militari (i cosiddetti PD, i proletari in divisa) togliersi la divisa per essere uguali agli altri (in quel periodo forse rischiavi ancora la galera per questo). Insomma c'era un pubblico variegato: dal seguace delle religioni orientali all'arrabbiato di Quarto Oggiaro e, naturalmente, le contraddizioni sono esplose. Sono esplose dopo un paio di giorni, quando gli organizzatori, insieme ai cosiddetti “compagni esercenti” (a ripeterle oggi, queste definizioni, viene da sorridere) hanno deciso di aumentare i prezzi di cibi e bibite dando così il via alla ribellione, sfociata in un vero esproprio popolare di polli e gelati! La tanto invocata “autogestione” sembrava funzionare solo a parole. 

In quei giorni la macchina fotografica la tiravo poco fuori dalla sacca, un po' perché l'analogico costava e ci pensavo due volte prima di decidermi a uno scatto, un po' perché in quel periodo nessuno che facesse politica amava troppo farsi fotografare.  

 

Parco Lambro 1976

 

Era bello, comunque, girare per questo grande campeggio free e vedere i bambini giocare, i ragazzi vagare da una parte all'altra, continuamente alla ricerca di qualche cosa. Ho dei ricordi confusi sui musicisti, mi ricordo Don Cherry, che a me piaceva molto, contestato perché non suonava musica politica... anche gli Area hanno avuto qualche contestazione, pur riuscendo con la loro bravura a coinvolgere molto il pubblico. Ricordo Finardi, che da Zerbo era maturato: adesso cantava e suonava il pezzo, al contrario di quel che aveva fatto al raduno di Zerbo, dove era poco più di un bel ragazzo sul palco. Altri, sinceramente, quelli che hanno tentato di fare jam session, non li ricordo.  

La rabbia di una generazione non si poteva placare con una festa e infatti tante contraddizioni sono esplose: quello che, nell’idea degli organizzatori, doveva essere un pubblico di inquadrati politicamente o di innocui fricchettoni, si è dimostrato una massa di incazzati poco incline agli ordini. Del resto la galassia era eterogenea e andava dai veri ai finti proletari, dagli anarchici agli stalinisti (sempre pronti a difendere gli ordini di qualcuno), dagli ex Sessantottini a quelli che di lì a poco si sarebbero chiamati “Indiani Metropolitani”, da chi predicava pace e amore a chi predicava la violenza come metodo, da chi vedeva nella creatività una soluzione a chi ottusamente si appellava ai testi scritti. Ci eravamo balcanizzati e, naturalmente, negli ultimi giorni sono apparse le spranghe. La storia è questa: all'inizio i panini, i polli (certi polli crudi, venduti a pezzi, che poi ciascuno cuoceva sui falò improvvisati fra le tende) e i gelati avevano un prezzo popolare, accessibile a tutti, ma via via che la gente arrivava e lo smercio cresceva, s'era moltiplicato anche il prezzo. La questione è stata oggetto di discussione fra le varie anime presenti, organizzate in gruppi e sottogruppi o apertamente individualiste, finché non c'è stato un esproprio di polli e gelati. Il giorno dopo s'è invece consumata la riscossa dei “bottegai”, che hanno inviato gli scagnozzi con le spranghe per recuperare il maltolto: solo qualche pollo, perché i gelati erano tutti già finiti! Naturalmente, visto che in quel periodo non se ne poteva proprio fare a meno, non ci siamo fatti mancare neppure gli scontri con la polizia. 

Sì, confusione: gioiosa o rabbiosa, ma piena di grandi aspettative. Tutto era confusione, ma una cosa era certa: il mondo l'avremmo cambiato. 

 

Parco Lambro 1976

 

discussione sull'eroina durante il festival

 

femministe - parco Lambro 1976

 

Viene individuato uno spacciatore di eroina

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