A Roma il 26 ottobre 1974, in risposta all'assassinio del giovane operaio Adelchi Agrada del ''Fronte Popolare Comunista Rivoluzionario Calabrese'' di Lamezia Terme il 20 dello stesso mese, vengono indette numerose assemblee antifasciste sia nelle scuole che a livello cittadino.
Quella giornata di mobilitazione antifascista è carica di tensione e di rabbia, per la vicinanza all'omicidio squadrista di qualche giorno prima, e a causa delle dure risposte della polizia alle mobilitazioni antifasciste.
Durante la mattinata diversi sono i cortei e i momenti di scontro nei confronti dell'MSI e della polizia.
Il corteo antifascista uscito dalle assemblee nelle scuole si dirige a ponte Garibaldi e poi in Piazza San Giovanni. Qui il corteo viene attaccato da un gruppo di fascisti che feriscono Roberto Di Matteo ad una mano (il giovane viene poi arrestato in ospedale).a questo punto la polizia carica il corteo ed il fronteggiamento con le forze dell'ordine diventa inevitabile. Migliaia giovani e studenti lanciano pietre e rispondono alle cariche anche con il lancio di bottiglie Molotov. Il bilancio è di diversi ragazzi fermati, numerosi mezzi della polizia danneggiati e alcuni agenti feriti e intossicati dai loro stessi gas lacrimogeni.
Nelle stesse ore in diversi licei ed istituti avviene uno scontro tra gli studenti dei collettivi e l'MSI.
Verso le 18 gli antifascisti si concentrano nuovamente per una manifestazione, vietata nel frattempo dalla Questura, e provano a forzare il blocco in Piazza Navona. Il risultato sono diverse ore di scontri in cui , con maggiore intensità rispetto al mattino, i manifestanti resistono alle cariche. Sono decine le bottiglie Molotov lanciate e la sassaiola rivolta alla polizia è davvero intensa.
Alla fine della giornata sono quattro gli antifascisti fermati e tutti sotto i 18 anni.
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