Mondo Beat

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(Mondo Beat, Milano - 19 novembre / 31 dicembre 1966)
Manifestazione delle Manette -
Morte di Gennaro De Miranda -
Fusione Mondo Beat/Onda Verde/Provos -
Manifestazione dei Fiori -
Stampa clandestina del secondo numero di Mondo Beat -
Conferenza Europea della Gioventù Anarchica.
Nota:

Il 19 novembre 1966, nello stesso frangente in cui Vittorio Di Russo vi veniva arrestato, nei sottopassaggi della metropolitana di Piazza Cordusio appariva Antonio Sottosanti, Nino il Fascista. Sottosanti dall’attributo "fascista" si sentiva però sminuito e ci teneva a dichiararsi "mussoliniano, figlio di martire fascista". 38 anni, di statura media, energico, bene educato, aveva vissuto ad Amsterdam nei momenti caldi della rivolta dei provos e amava documentarlo mostrando un quotidiano olandese nella cui prima pagina era riprodotta la foto di una sommossa di piazza dove in primo piano c’era la sua faccia che osservava. Dire di Nino il Fascista che fosse un informatore di polizia sarebbe riduttivo, perché trattava alla pari i commissari di pubblica sicurezza che si occupavano della faccenda beat e nelle situazioni di emergenza sembrava fosse lui a guidarli. Anche se era chiaro come il sole che Nino il Fascista remava contro il Movimento, egli non poteva essere allontanato da Mondo Beat, come chiunque ne rispettasse le regole del non essere violento, non rubare, non drogarsi. Perciò tra Melchiorre Gerbino e Nino il Fascista si sarebbe instaurato un rapporto di apparente correttezza, quando in realtà Nino il Fascista avrebbe cercato di decifrare le intenzioni di Melchiorre Gerbino per riferirne in Questura, mentre Melchiorre Gerbino un paio di volte si sarebbe avvalso di lui per bluffare e mandare la Questura a ramengo. Da quel 19 novembre 1966 la presenza di Nino il Fascista, anche se discreta, sarebbe stata costante nel prosieguo della storia del Movimento, e purtroppo anche oltre, perché si sa che il 12 dicembre 1969 fu Nino il Fascista a deporre la valigetta con la bomba nella Banca dell’Agricoltura a Piazza Fontana a Milano, ed è pure certo che fu lui a recarsi a casa di Giuseppe Pinelli, per convincerlo ad andare a testimoniare in Questura, e ad avercelo accompagnato: lì Giuseppe Pinelli sarebbe stato ucciso con un colpo di karate alla nuca dal commissario Luigi Calabresi. Antonio Sottosanti è deceduto di morte naturale nel 2004.


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Tornando alla storia di Mondo Beat, domenica 20 novembre 1966, il giorno dopo che Vittorio Di Russo era stato arrestato per non avere ottemperato alla diffida di soggiornare in Milano, Umberto Tiboni, Melchiorre Gerbino e una cinquantina di giovani di Mondo Beat si determinano a inscenare una manifestazione pubblica per l’abolizione delle diffide e dei fogli di via e per la scarcerazione di Vittorio Di Russo. Contattano gli anarchici della Sacco e Vanzetti e i radicali di Via San Maurilio, per farli aderire.
Tra il 21 e il 26 i tre gruppi si coordinano e domenica 27 si riuniscono in mattinata a Piazza San Babila, nel cuore di Milano, e vi inscenano una manifestazione che avrà grande eco sulla stampa, alcuni quotidiani ne riporteranno notizie e foto in prima pagina.

Mondo Beat/Sacco e Vanzetti/Radicali - Manifestazione delle Manette - (a sx, Il Giorno - 28.11.1966) (a dx, L’Unità - 28.11.1966)
Pinky Gallieri, della Sacco e Vanzetti, era un personaggio di spicco della rivolta giovanile europea Dopo Mondo Beat, Umberto Tiboni diresse la prima rete di distribuzione di riviste alternative in Italia
A sinistra, foto di Gian Oberto Pinky Gallieri e Carlo De Paoli - A destra, tra le foto, Umberto Tiboni segnato dalla freccia.

Nella foto dell’articolo a sinistra, Gian Oberto Pinki Gallieri, ammanettato alla ringhiera della metropolitana di Piazza San Babila. Gallieri, degli anarchici della Sacco e Vanzetti, era uno dei personaggi più carismatici della rivolta giovanile nonviolenta. Teneva i contatti tra i gruppi libertari italiani e quelli europei. Aveva partecipato al Movimento Provo in Olanda. Nella stessa foto, Carlo de Paoli, uno dei ragazzi di Mondo Beat della prima ora.
Tra le foto dell’articolo a destra, in quella dove Umberto Tiboni é segnato dalla freccia, c'é anche Maurizio Orioli, dietro al cartello in cui si vede parzialmente il Simbolo della Pace (Runa).
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Mondo Beat/Sacco e Vanzetti/Radicali - Manifestazione delle Manette - (28.11.1966 - a sx, Il Giorno - a centro, Corriere della Sera - a dx, La Notte)
La Manifestazione delle Manette fu la prima manifestazione di gruppi extraparlamentari in Italia Manifestazione delle Manette.Pinky Gallieri e Pino Pinelli erano i due personaggi pi` attivi della Sacco e Vanzetti Manifestazione delle Manette.I giovani di Mondo Beat erano di tutte le estrazioni sociali e provenivano da tutte le regioni d’Italia

Nell’articolo di sinistra, foto in alto a destra, Roberto Pieraccini, dei radicali, trasportato dai poliziotti.
Nella foto dell’articolo di centro, Pinky Gallieri trasportato.
Nella foto dell’articolo di destra, giovani di Mondo Beat ammanettati a una ringhiera della Metropolitana di Piazza San Babila.
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Dopo la Manifestazione delle Manette si rinsaldano i legami tra Mondo Beat, gli anarchici della Sacco e Vanzetti e i radicali. L’eco della manifestazione richiama a Milano giovani di Torino e Genova, che affluiscono in Mondo Beat, si viene così a creare un giro tra le tre città e il Movimento e la Rivista si propagano nel Nord-Ovest.
L’1 dicembre nella sede dei radicali Melchiorre Gerbino conosce Gian Franco Sanguinetti e Andrea Valcarenghi, due dei fondatori di Onda Verde, e con loro considera come coordinare le attività dei rispettivi gruppi. Per parlarne compiutamente i tre fissano un incontro. Nella mattinata di domenica 4 dicembre Gunilla Unger e Melchiorre Gerbino incontrano Andrea Valcarenghi e Gian Franco Sanguinetti a casa di quest’ultimo. Parlano di caratteristiche, obiettivi, strategie dei rispettivi gruppi. Melchiorre Gerbino spiega come i giovani di Mondo Beat, che sono di tutte le estrazioni sociali e d’ogni parte d’Italia, si caratterizzino per il rifiuto di vivere in famiglia, frequentare la scuola, piegarsi al lavoro salariato. Spiega come gli obiettivi che questi giovani si prefiggono, vengano raggiunti nel momento stesso in cui compiono il rifiuto di vivere integrati in società , perché da allora vivono nello spazio anarchico in cui si vanno realizzando. Fa notare come la strategia di lotta nonviolenta che Mondo Beat adotta è dettata dalla logica stessa della sua sussistenza e crescita. Calcola che Mondo Beat conti tra i 150 e i 200 giovani, mettendo nel conto quelli che sono impegnati a Firenze nel post alluvione e quelli che sono in prigione per non avere ottemperato alle diffide e ai fogli di via obbligatori... Gian Franco Sanguinetti e Andrea Valcarenghi sono giovani a cavallo tra il liceo e l’università. Assieme a Antonio Pilati e a Marco Maria Sigiani, loro coetanei, hanno fondato Onda Verde, che conta una ventina di studenti impegnati nelle scuole secondarie di Milano in provocazioni nonviolente, del tipo Living Theater, inscenate per scioccare la massa degli studenti e svegliarla dal torpore scolastico ai grandi temi del pacifismo e dell’ecologia. Sono ragazzi della borghesia milanese più illuminata e pertanto bene informati. Sono simpatici e sono impegnati senza tentennamenti. Certamente Melchiorre Gerbino non può proporre loro di farsi assorbire da Mondo Beat e perciò chiede a Sanguinetti e a Valcarenghi una fusione, da formalizzarsi nel futuro numero della Rivista, che diverrebbe per quell’occasione "Mondo Beat/Onda Verde", per poi tornare nei successivi numeri solo "Mondo Beat", apparendo però la sigla "Onda Verde" accanto alle firme di quelli di loro che vi pubblichino articoli. Si trova l’accordo senza inutili schermaglie e si decide un incontro a metà del mese a casa di Valcarenghi, per sancire la fusione, convinti che essa beneficerà le due correnti: Mondo Beat, perché articoli prestigiosi come quelli di Antonio Pilati e di Marco Maria Sigiani arricchiranno la Rivista che penetrerà più profondamente nelle scuole e vi si radicherà; Onda Verde perché s’integrerà realisticamente in un movimento storico che tiene le piazze e riempie le prigioni.
Nella mattinata di domenica 11 dicembre Melchiorre Gerbino e Gunilla Unger si recano a Cinisello Balsamo, nell’appartamento di Umberto Tiboni, dove cercano di Gennaro De Miranda, che non vedono da un paio di giorni, col quale si devono coordinare per la stampa del nuovo numero della rivista Mondo Beat. L’appartamento è intasato di ragazzi e ragazze che dormono per terra nei sacchi a pelo, ma di Gennaro De Miranda, che è solito dormire qui, nessuna traccia... Saranno dieci minuti che Gunilla Unger e Melchiorre Gerbino sono nell’appartamento, quando si sente bussare con veemenza alla porta e voci perentorie ordinano di aprire: i carabinieri!... "Fermi tutti! Fuori tutti dai sacchi a pelo!"... Veniamo tutti caricati su cellulari e trasportati alla caserma di Cinisello Balsamo. La retata i carabinieri l’hanno fatta alla ricerca di Chicca, una ragazza milanese scappata di casa, sorella di quell’Enea che ha disegnato la testata di Mondo Beat. Chicca non la trovano, ma sono contenti lo stesso, perché hanno intercettato una trentina di bitter, come ci definisce il maresciallo Sciolti, comandante della caserma, il quale fa fioccare per vagabondaggio fogli di via obbligatori in tutte le direzioni d’Italia e pure verso l’estero. Gunilla Unger e Melchiorre Gerbino scampano all’ingiunzione perché lavorano a Milano e vivono in un appartamento regolarmente affittato.
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Dal mese di dicembre del 1966 nei quotidiani italiani appaiono centinaia di articoli e di trafiletti di questa sorta. Il richiamo che il Movimento Mondo Beat esercita sui giovanissimi é irresistibile.

I giovanissimi erano irresistibilmente attratti dal Movimento Mondo Beat, perché avvertivano che vi si innescava una rivoluzione di liberazione sessuale
Mamme, date i figli alla causa! era uno slogan di Mondo Beat

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Il 12 dicembre Melchiorre Gerbino riceve la terribile notizia. Si è appreso dai giornali della morte di Gennaro De Miranda, il cui cadavere è stato trovato nella Fossa dei serpenti, tra Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo

(Il Giorno - 12.12.1966)                                                                (Il Giorno - 13.12.1966)
Gennaro De Miranda aveva contribuito alla stampa del primo numero di Mondo Beat Quando fu investito, Gennaro De Miranda si stava recando all’appartamento di Umberto Tiboni a Cinisello Balsamo, dove soleva dormire
(a sinistra) Articolo su Gennaro De Miranda, ucciso da un pirata della strada - (a destra) Identificazione del cadavere di Gennaro De Miranda

Il 13 dicembre Maurizio Orioli, Roberto Antonelli, Stefano Mondo e Melchiorre Gerbino (nella foto, da sx verso dx) si recano all'obitorio di Cinisello Balsamo per la triste incombenza dell'identificazione del cadavere di Gennaro De Miranda. In quella circostanza Melchiorre Gerbino conosce Ezio Chiodini, giovane corrispondente locale de Il Giorno, col quale resta in contatto.
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Giovedì 15 dicembre avviene un incontro serale a casa di Andrea Valcarenghi, per sancire la fusione tra Mondo Beat, Onda Verde e i provos della Sacco e Vanzetti. Per Onda Verde sono presenti Antonio Pilati, Gian Franco Sanguinetti, Marco Maria Sigiani e Andrea Valcarenghi, che consegnano i loro articoli a Melchiorre Gerbino perché li pubblichi nel prossimo numero della Rivista. Per Mondo Beat, oltre a Melchiorre Gerbino, sono presenti Gunilla Unger e Umberto Tiboni. Per i provos della Sacco e Vanzetti è presente Giuseppe Pinelli. Per sancire l’unità con l’azione, su proposta di Pinelli si decide di inscenare sabato 17 dicembre una manifestazione nel centro di Milano per l’abolizione delle diffide e dei fogli di via e per la scarcerazione di Vittorio Di Russo.
Venerdì 16 sera a casa di Melchiorre Gerbino e Gunilla Unger arriva Tella Ferrari, una giovanissima studentessa israelita che porta poesie e si propone per il lavoro di redazione della Rivista. Gerbino le mostra le copie degli articoli e le spiega gli spazi che devono occupare nelle matrici di ciclostile. Tella Ferrari è una ragazza intelligente e rigorosa per la quale Gunilla Unger e Melchiorre Gerbino sentono subito stima e poiché durante il giorno essi sono impegnati nei rispettivi impieghi, le danno copia delle chiavi dell’appartamento perché essa sia libera, per il lavoro che si accinge a compiere, di andare e venire a suo piacimento. Tella Ferrari farà un lavoro prezioso, che consentirà alla Rivista di uscire alla data prefissata e con una veste nitida.
Nel pomeriggio di sabato 17 dicembre viene inscenata la manifestazione unitaria, ideata da Giuseppe Pinelli e da lui guidata, che si articola come un happening da Piazza Cordusio a Piazza del Duomo e fin dentro il cortile dell’edificio della Questura.
Mondo Beat/Onda Verde/Provos - Manifestazione dei Fiori - (Il Giorno - 18.12.1966)
Manifestazione dei Fiori. I provos della Sacco e Vanzetti erano tutti milanesi, studenti delle secondarie
Provos della Sacco e Vanzetti
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Mondo Beat/Onda Verde/Provos - Manifestazione dei Fiori - (Il Giorno - 18.12.1966)
La Manifestazione dei Fiori si concluse con molti partecipanti che entrarono nel cortile della Questura e si consegnarono spontaneamente
La Manifestazione dei Fiori in Piazza Duomo
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Mondo Beat/Onda Verde/Provos - Manifestazione dei Fiori - (Il Giorno - 18.12.1966)
Manifestazione dei Fiori. Melchiorre Gerbino fu tra gli organizzatori ma a causa di contrattempi non vi potè partecipare
Carlo de Paoli porge un fiore a un poliziotto che tenta di sollevare Gianni Scarpelli che incrocia le dita e fa resistenza passiva.
Gianni Scarpelli era uno dei 6 componenti del "Gruppo Palumbo", così denominato perché sulla porta dell’appartamento che fungeva da sede operativa era apposta la targa Palumbo, cognome del precedente affittuario.
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Mondo Beat/Onda Verde/Provos - Manifestazione dei Fiori - (Agenzia Franco Sapi)
 Manifestazione dei Fiori. Roberto Pieraccini fu un intellettuale radicale della prima ora
A sinistra, coi baffi, Roberto Pieraccini dei radicali.
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Mondo Beat/Onda Verde/Provos - Manifestazione dei Fiori - (a sx, Il Giorno - 18.12.1966) (a dx, L’Unità - 18.12.1966)
La Manifestazione dei Fiori ebbe enorme eco sulla stampa Dopo la Manifestazione dei Fiori, la Questura reprimerà con violenza tutte le altre
La Manifestazione dei Fiori fu ideata da Giuseppe Pinelli e da lui e condotta nel centro di Milano

Il quotidiano governativo Il Giorno (articolo di sx) ostentava simpatia verso il Movimento, perseguendo il Governo Moro la sottile strategia di reprimere il Movimento con la polizia e mostrarsene simpatizzante con la stampa.
L’Unità (articolo a dx) organo del Partito Comunista Italiano, prendeva decisamente posizione a favore del Movimento, perché i comunisti speravano di attirarlo nella loro area politica.
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Mondo Beat/Onda Verde/Provos - Manifestazione dei Fiori - (a sx, Corriere della Sera - 18.12.1966) (a dx, L’Unità - 18.12.1966)
Manifestazione dei Fiori. La destra si mostrava sempre più insofferente nei riguardi del Movimento La Manifestazione dei Fiori fu inscenata per l’abolizione dei fogli di via e le diffide e per la scarcerazione di Vittorio Di Russo
Il Corriere della Sera (articolo a sinistra) mostrava sempre più intolleranza verso il Movimento; L’Unità (articolo a destra) sempre più compiacimento

Il Corriere della Sera e tutte le pubblicazioni del Gruppo Editoriale Crespi, cui il Corriere della Sera apparteneva, mostravano sempre più nervosismo e intolleranza verso il Movimento, convinti che in qualche modo fosse colluso con qualche organizzazione comunista.
Nelle foto dei due articoli, il sit-in interrotto dalla polizia - Nella foto di dx, Gianni Scarpelli portato via dai poliziotti
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Tutti i giornali si interessano al fenomeno della rivolta della gioventù e ne scrivono a iosa. Ma il solo giornalista italiano che coglie subito e a pieno il significato della rivolta giovanile nonviolenta nel nostro Paese è Giorgio Bocca

Mondo Beat/Onda Verde/Provos - Manifestazione dei Fiori (Il Giorno - 20.12.1966)
Giorgio Bocca osservava gli eventi della rivolta della gioventù dalle altezze di un’aquila
Giorgio Bocca, unico intellettuale italiano che capì quali cambiamenti epocali produceva la rivolta nonviolenta della gioventù

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Il 21 dicembre Melchiorre Gerbino si reca in una tipografia per fare stampare il foglio che farà da prima e seconda di copertina al n.2 di Mondo Beat. In prima pagina riproduce l’immagine di Vittorio Di Russo e in seconda pubblica un trafiletto su di lui, perché vuole tenerne vivo il ricordo tra i giovani che lo conoscono e farlo conosce ai giovani nuovi che vanno arrivando a Mondo Beat.
Il 23 sera, antivigilia di Natale, Umberto Tiboni, Stefano Mondo e Melchiorre Gerbino si recano a Sesto San Giovanni negli uffici della ditta dove Tiboni lavora, per stamparci clandestinamente il n.2 di Mondo Beat. Hanno tempo dalla sera del 23 all’alba del 27, quando l’ufficio resta chiuso per ferie. Il ciclostile è elettrico e a differenza di quello a manovella della Sacco e Vanzetti stampa a gran velocità fogli asciutti. Melchiorre Gerbino da Tella Ferrari s’è fatto battere a macchina due copie di ogni matrice di ciclostile, nel caso una si strappi o si usuri anzitempo. Ha deciso di stampare più di cinquemila copie di questo numero, cosicché poi abbia un paio di mesi di tempo per occuparsi d’altro, prima di essere assillato da una nuova pubblicazione... I tre lavorano tutta la notte del 23 e tutto il giorno 24, solo interrompendo ogni tanto, il tempo per andare a bere un caffè e mangiare un panino. Il 24 sera Melchiorre Gerbino convince Umberto Tiboni a caricare il ciclostile sulla sua macchina e andare a continuare il lavoro a casa di Gerbino stesso, dove saranno più comodi e potranno essere aiutati da Gunilla Unger. Lavorando e riposando a turno, vanno avanti ininterrottamente tutto il giorno di Natale e fino al 26 pomeriggio, quando ultimano la stampa. Allora ricaricano in macchina il ciclostile e lo vanno a rimettere al suo posto e riordinano l’ufficio. Melchiorre Gerbino ringrazia Umberto Tiboni e Stefano Mondo e li lascia liberi, perché si occuperanno lui e Gunilla Unger a collazionare i fogli e a spillarli. Intanto negli stessi giorni 24, 25, 26 dicembre alla Sacco e Vanzetti si è tenuta la Conferenza europea della Gioventù anarchica, cui i quattro che hanno stampato Mondo Beat non hanno avuto tempo di partecipare

Conferenza europea della gioventù anarchica (a sx articolo de Il Giorno - 27.12.1966) (a dx articolo de L’Unità - 27.12.1966)
La Conferenza Europea della Gioventù Anarchica fu organizzata da Pino Pinelli e Pinky Gallieri Gli anarchici spagnoli avevano il sostegno incondizionato dei comunisti, assieme a cui avevano combattuto durante la guerra civile in Spagna
I provos con la garrota contro il Caudillo - La garrota davanti al Consolato spagnolo

Alla Conferenza Europea della Gioventù Anarchica numerosa fu l’adesione degli spagnoli, quando nel loro Paese si sentiva ancora aperta la piaga della guerra civile e pesava la dittatura di Francisco Franco.
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Il 27 dicembre Gunilla Unger e Melchiorre Gerbino mettono ordine tra i fogli di Mondo Beat e li selezionano per qualità di stampa.
Il 28 collazionano i fogli per completare 5.200 riviste, tante quante sono le copie della prima pagina che è stata ritirata dalla tipografia.
Il 29 spillano le 5200 riviste e le accatastano. A notte hanno ultimato il lavoro e lo stanno guardando compiaciuti, quando qualcuno suona alla porta. È Vittorio Di Russo. Chiede se può nascondersi da loro.
Sta tornando da Latina, dove tre giorni prima lo avevano tradotto sotto scorta militare, subito dopo che aveva finito di scontare il mese di carcere a San Vittore. Se ora la polizia lo intercetta sarà condannato a tre mesi di prigione. Chiede se può fidarsi. Se non lo segnaleranno alla polizia... Io non so cosa dire. Lo guardo negli occhi. Ma quegli occhi, il cui sguardo era stato insostenibile, sono ora sfuggenti. Mentre Vittorio attende sull’uscio, vado a cercare una lametta e torno e mi tagliuzzo le vene di un polso e passo la lametta a Vittorio perché faccia lo stesso. Ci mettiamo polso a polso. Poi lo faccio entrare e vado a cercare una bottiglia di vino e il mazzo di carte dei tarocchi, per uno spizzichino, come ai bei tempi di Stoccolma...

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